Luca Staccioli – Ricreazione
Luca Staccioli, artista visivo e ricercatore, ha vinto il Premio Fabbri sezione Arte emergente nel 2018 e nel 2017 il secondo premio del Talent Video Awards, Careof, Mibact.
Tra le sue mostre personali: 2021 – Niente può mantenersi sano di mente in condizioni di assoluta realtà, a cura di Dario Moalli, State Of, Milano; 2018-2019 – Donner à voir, Fondazione Pini, Milano; 2018 – The other other, familiar other, a cura di Bite the Saurus, Riot Studio, Palazzo Marigliano, Napoli; 2017 – Studio Visit duo show a cura di Pietro Gaglianò, Museo Giovanni Mannozzi, San Giovanni Valdarno.
Tra le collettive: 2021 – Travel diary, a cura di Sonia Belfiore, Decentaland, Snarkart, Metaverse, New York; 2019 – Teatrum Botanicum, a cura di Giulia Mengozzi, Pav, Torino; 2019 – Voi rubate del tempo alla fretta, a noi il mare ci impone lentezza, CASTRO project, a cura di Alberta Romano ed Enzo Di Marino, Villa Di Lorenzo, HYPERMAREMMA, Ansedonia; 2017 – The Great Learning, a cura di Marco Scotini, Palazzo della Triennale, Milano.
Luca Staccioli intende la sua pratica artistica come una ricerca sperimentale, orientata alla processualità, che include differenti media tra cui il video, il suono, la scultura, il ricamo, il disegno, il collage.
Pensate come narrazioni, le sue opere mettono in discussione valori prestabiliti, forme di colonialismo, lo sfruttamento dell’emozionalità, gli immaginari diventati tendenze omologanti del neoliberismo.
La ricerca di Staccioli stratifica e combina micro-storie, memorie sradicate, oggetti quotidiani e immagini nomadiche che prolificano nella dimensione globale-locale e negli apparati tecnologici, al fine di ri-narrare i modelli della rappresentazione e scoprire nuove ecologie.
Staccioli ha studiato filosofia, pittura all’Accademia Ligustica di Genova, arti visive e studi curatoriali presso NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, Milano.
Lo spazio di Osservatorio Futura diventa immagine di un playground. È perturbato da giochi con i quali i bambini diventano adepti obbedienti di una adultità fatta di obblighi, illusioni e passioni distorte.
L’artista infatti rielabora materie e simboli della decadenza contemporanea legata ai processi di omologazione e la messa a profitto dell’emozionalità. La ricreazione dovrebbe essere spensieratezza, sospensione delle attività lavorative, quindi socializzazione e costruzione identitaria. Tuttavia le opere in mostra ne raccontano il lato oscuro: gli spazi di aggregazione spontanea e il tempo libero sono erosi dai luoghi di consumo compulsivo, palestre di produttività. Il progetto inaugurerà alle ore 18.00 e sarà visibile successivamente su appuntamento.