Non rimane che volare | generazione a confronto 1988-1999
Foto di Davide D’Ambra
Mostra collettiva di:
Grazia Amelia Bellitta (Oriolo, CS); Matteo Coluccia (Neviano, LE); Gianni D’Urso (Latiano, BR); Nicola Guastamacchia, (Bari); Ivana Pia Lorusso (Bari); Gabriele Mauro (Aradeo, LE); Lorenzo Montinaro, (Taranto); Marco Musarò (Gagliano del Capo, LE); Lorena Ortells (Putignano, BA); Gabriele Provenzano (Maglie, LE); Domenico Ruccia (Bari); Rebecca Schiavone (Lecce); Marco Vitale (Brindisi)
a cura di Giuseppe Amedeo Arnesano, Francesca Disconzi, Federico Palumbo
A partire da questo primo focus su base regionale, pensato da Francesca Disconzi e Federico Palumbo, emerge una volontà metodologica e curatoriale avviata già con le mostre Abbiamo invitato un po’ di artisti nello Spazio (2021) e Abbiamo invitato un po’ di artisti nello Spazio pt.II – La curatela militante (2022). Il format in questione, replicabile anche su diverse geografie legate a una visione mediterranea, si formalizza in questa occasione espositiva con l’invito di Giuseppe Amedeo Arnesano, storico dell’arte e curatore indipendente.
Il titolo della mostra Non rimane che volare è ripreso da una citazione di Carmelo Bene avvenuta durante la conferenza stampa di un suo spettacolo al Teatro Piccinni di Bari. L’intento del breve virgolettato ripreso dalle parole dall’attore pugliese è quello di rileggere, in chiave contemporanea, una narrazione tuttora attuale e che riguarda in particolare l’immaginario legato al Sud. Suggestione che si riflette in una condizione generazionale di quanti, nel corso degli anni, hanno sempre dovuto fare i conti con le opportunità e le difficoltà di un territorio non sempre favorevole alla Puglia e ai pugliesi.
Non rimane che volare | generazione a confronto 1988-1999 è una prima ricognizione che prende in esame artiste e artisti che si sono formati, tuttora attivi in Puglia o che per diversi motivi studiano, lavorano e operano in altre città d’Italia e che per ragioni anagrafiche hanno vissuto quel decennio di grandi cambiamenti storici, politici e culturali.
Questi sono gli spunti e gli interessi innescati per ragionare sulle pratiche e le tematiche che contraddistinguono i lavori delle artiste e degli artisti invitati, totalmente differenti gli uni dagli altri, ma caratterizzati nella maggior parte casi da un denominatore comune, che riguarda la partecipazione civile dell’individuo, della collettività e quell’azione nell’essere parte attiva di un processo pubblico, sociale e comunitario.
Il fine del progetto è anche quello di realizzare un focus sul luogo, come attitudine per trovare un filo conduttore tra i diversi artisti che lavorano o provengono da uno specifico ambiente. Da qui la selezione ragionata di artiste e artisti che hanno avuto un contatto diretto con la Puglia, al fine di individuare, laddove è possibile, una matrice e linea di ricerca comune.