Materie, sulla linea temporale del progresso, la vita danza in cerchio
Mostra collettiva di Camilla Alberti, Isabella Pers, Tiziana Pers, Lorenzo Peluffo, Giulio Saverio Rossi, Simone Scardino, Marco Schiavone, Volga Sisa, Enrico Turletti, Matteo Vettorello.
Foto di Davide D’Ambra
Tra il Forte di Exilles e il paesaggio circostante vi è una totale fusione: difficilmente tracce antropiche così imponenti riescono a integrarsi con il paesaggio naturale, ma questa costruzione pare sorgere direttamente dal ventre della montagna, radicata nella roccia e in totale osmosi con l’ecosistema. Altra caratteristica che rende suggestiva questa costruzione è il mutamento che ha subito nel corso del tempo – così come sono mutati i confini geografici della vallata – in una continua e perpetua trasformazione data dall’incontro di individui e di storie diverse, sempre nella contingenza della Storia, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Queste premesse portano ad una riflessione sul rapporto che intercorre tra l’uomo – e la sua idea di tempo progressivo e lineare – e l’ecosistema a cui appartiene, che segue invece ritmi completamente diversi e ciclici. La crisi ecologica ci dà in questo senso modo di ripensare il nostro agire in relazione agli altri sistemi vitali e ci rende consapevoli del nostro ruolo, che non può più essere egemonico. A tale sensibilità e consapevolezza, con un riferimento alla tradizione letteraria antica che a quella contemporanea, facciamo coincidere il concetto di trasformazione e di metamorfosi, inteso come il moto vitale che apporta un cambiamento, concettuale e reale. In questa fusione tra noi e l’alterità, il tempo della natura e quello dell’uomo coincidono in un’unica soluzione e in un’unica energia vitale, ossia quella del pianeta che abitiamo.
In tal senso, la metamorfosi è una trasformazione (innanzitutto concettuale) che ci permette di ripensare i confini posti tra noi, gli altri esseri e la natura. Lo stesso folklore e la saggezza popolare, la magia, il mito e il panteismo ci invitano ad andare oltre la finitezza del nostro sguardo e dei nostri confini, per trovare proprio nell’elemento naturale il significato del nostro agire e una spiritualità profonda e contemplativa.
Questa ampia tematica viene indagata attraverso la ricerca di artisti che propongono diversi approcci al tema ecologico/metamorfico: da quello più scientifico-analitico, a quello ‘poetico/spirituale’, svelando inediti immaginari. La mostra sarà visitabile gratuitamente fino a fine settembre.
Ghëddo nasce nel 2021 come collettivo curatoriale indipendente ed è formato da: Olga Cantini, Rachele Fassari, Davide Nicastro, Barbara Ruperti e Marta Saccani.
Ghëddo è un progetto itinerante che ha l’obiettivo di creare connessioni con realtà e artistə giovanə attivando meccanismi di cooperazione tra le parti. Dal 2022 ha attivato TOBE, un progetto rivolto allə artistə emergentə che punta a facilitare l’ingresso nel sistema del lavoro, promuovendo un Fare etico ed economicamente sostenibile.
Camilla Alberti: (Milano, 1994) vive e lavora a Milano. Il suo lavoro si concentra sulla ricerca e sulla creazione di scenari alternativi di coesistenza e collaborazione tra le specie, sfidando il paradigma antropocentrico dell’esperienza e del rapporto con il mondo. Ha partecipato a residenze di ricerca internazionali, tra cui LaWayaka Current nel deserto di Atacama, in Cile (2023) dove ha potuto studiare le tecniche di tessitura in relazione alle pratiche sciamaniche e alla cosmogonia Andina. Nel 2024 ha avviato una ricerca presso l’Istituto di biologia di Graz, in Austria, dove ha collaborato con un team di microbiologi per creare sculture metamorfiche composte da biomateriali sulla cui superficie sono stati impiantati licheni. Ha partecipato a diverse mostre internazionali e il suo lavoro si trova in diverse collezioni d’arte.
Isabella Pers: Artista visiva, i temi della sua ricerca sono l’osservazione e le interconnessioni tra gli ecosistemi naturali, sociali e culturali e l’impatto del dominio antropocentrico sulla vita del pianeta, con un focus rivolto alla memoria dell’acqua e delle piante. E’ co-ideatrice, insieme alla sorella Tiziana, di RAVE East Village Artist Residency (www.raveresidency.art) un metaprogetto che apre il dialogo sul ruolo dell’arte contemporanea nei confronti dell’alterità animale in una prospettiva biocentrica ed antispecista. Il libro che ne racconta la storia “L’altro RAVE” (2023 ed. Quodlibet) è stato recentemente presentato alla Triennale Milano e alla Querini Stampalia di Venezia.
Ha partecipato a diverse mostre internazionali e tenuto lectures e conferenze in numerose università ed accademie d’arte in Italia e all’estero. E’ docente al “MAPS Master in Partnership Studies e Tradizioni Native” dell’Università degli Studi di Udine e fa parte del Partnership Studies Group dell’Università di Udine.
Tiziana Pers (Palmanova, 1976) Artista visiva e attivista, concentra la sua ricerca
sui temi della questione animale e dei parallelismi tra le diverse forme di discriminazione e dominio (razzismo, sessismo, specismo, violenza sugli ecosistemi, etc).
Lavora con differenti media: azioni pubbliche performative e partecipative, video, installazioni, sculture, fotografie, disegno e pittura.
Laureata con lode, ha conseguito un PhD presso l’Università degli Studi di Udine in letterature comparate con una ricerca sul dialogo tra arti visive e letteratura. Co-ideatrice e direttrice artistica del metaprogetto RAVE East Village Artist Residency, ha collaborato con filosofi, poeti e storici dell’arte in differenti pubblicazioni ed esposto il suo lavoro in numerose mostre internazionali.
Lorenzo Peluffo Lavora principalmente con materia sonora e installazioni audiovisive. Negli ultimi il suo lavoro è stato pubblicato da varie etichette indipendenti e trasmesso da programmi radiofonici e podcast come NTS Radio, Tiny MixTapes e Norelco Mori. È autore di un format radiofonico trasmesso mensilmente su Fango Radio, piattaforma web che opera come centro di ricerca, produzione ed educazione musicale.
Enrico Turletti Attivo nel campo dell’arte-scienza, i temi della sua ricerca sono il pensiero ecologico e la creazione di pratiche attraverso cui esplorare nuove forme sociali di relazione e di cooperazione tra gli esseri viventi e la tecnologia.
Giulio Saverio Rossi (Massa, 1988) vive e lavora a Torino. È docente di pittura all’Accademia di belle arti di Frosinone.
Il suo lavoro è un ripensamento della pittura come controparte al dominio dell’immagine digitale. Al centro della sua ricerca l'idea di “ecologia dello sguardo”: condizione sospesa fra immagine, materialità e temporalità della percezione.
Ha vinto il premio Generazione Contemporanea, Luiss Business School (Roma, 2022) e Cantica21 – Italian Contemporary Art Everywhere premio organizzato dal MiC DGCC- e MAECI – DGSP (2020). Nel 2021 è stato selezionato per il progetto We Love Art. Vision and Creativity Made in Italy (2021), a cura di Ludovico Pratesi e Marco Bassan, in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti e MAECI. Ha esposto in diversi istituti di cultura italiana all’estero e istituzioni.
Simone Scardino (Venaria Reale, 1995) vive e lavora a Torino, dove si diploma con la tesi Spazio Profondo – Fondamenti per una Coesistenza Gentile, all’Accademia Albertina di Belle Arti nel corso di Scultura.
La sua ricerca radicale è profondamente legata alla relazione tra la nuova antropologia e la comprensione delle ecologie dei diversi ecosistemi; due universi, cultura e natura, che si fondono in pratiche artistiche ispirate dalla sua esperienza di attivista e coltivatore. Sviluppa negli anni una pratica sperimentale e transdisciplinare, con un crescente interesse nei confronti di un ampio spettro di “medium” (scultura, video, performance, installazione, web art), i quali vengono spesso utilizzati per creare dei veri e propri workshop e laborati ibridi legati all’arte partecipata.
Marco Schiavone (1990), cresciuto nella bassa Val di Susa in provincia di Torino. Ha studiato grafica presso l’ABAC di Cuneo. La sua ricerca artistica si sviluppa approfondendo lo studio del paesaggio naturale, delle sue modificazioni antropiche e della rappresentazione e/o ricostruzione di questi ambienti attraverso la fotografia, l’installazione, il disegno e la scultura.
Le opere di Schiavone sono state esposte in fiere e mostre nazionali ed internazionali come: Artissima Fair, Torino; The Phair, Torino; Museo Nazionale della Montagna a cura di Andrea Lerda; Sociètè Interludio gallery; Camera Museum project room, a cura di Giangavino Pazzola; Museo Civico Eremitani a cura di Carlo Sala; Audi Studio by Nevven Gallery, Stockholm; Villa Vertua Masolo a cura di Simona Squadrito e Lisa Andreani; Fondazione Francesco Fabbri; Spaziosiena a cura di Stefania Margiacchi e Lisa Andreani; Dimora Artica; Las Palmas, Lisbon; Galleria Giuseppe Pero; Art Verona; Arte Fiera Bologna; BASIS, Frankfurt; Slika Gallery, Lyon.
Volga Sisa nasce a La Paz, Bolivia. L’artista intesse un universo simbolico dove ritualità collettiva, memoria familiare e vissuto personale si intrecciano tra loro. Il dato biografico è centrale nel suo lavoro in cui persiste l’impronta emotiva della diaspora familiare.
Con una contaminazione di iconografie che attingono dall’antica cultura precolombiana al repertorio visivo contemporaneo, le immagini che abitano la mitologia personale, ci trasportano in una dimensione dove è possibile riconnettersi al passato ancestrale ridisegnando la propria identità.
Matteo Vettorello (Venezia, 1986) vive e lavora tra Venezia e Milano. La sua ricerca è volta alla realizzazione di dispositivi, sintonizzatori biometrici che bilanciano le relazioni tra le persone. Mettendo in discussione il concetto di efficienza, i dispositivi elettromeccanici che sviluppa diventano momenti di incontro e condivisione tra le persone. Tra le installazioni pubbliche più recenti ci sono Pressione Simpatica, Edicola Radetzky, Milano (2019); Life Beyond Plastic, Istituto Oikos, Piazza XXVI Maggio, Milano (2020); Sincronie, Auditorium Parco della Musica (2022); Tuning Space, 10 ZeroUno Gallery, Venezia (2023); The Counterpower of Piracy, Malta Biennale (2024); Materia Sonora, Istituto Italiano di Cultura, Madrid (2024).