Šumma ālu – Se una città è situata su un’altura

Foto di Ida Pellegrino

Se una città è situata su un’altura è un workshop pensato come atto di divinazione dei desideri de*l-le partecipanti, letteralmente una desidumanzia: de (mancanza) sidus (stelle) manzia (divinazione).

Durante le giornate di workshop sono state sviluppate speculative praxis attraverso la condivisione dei propri desideri e di come essi si possono concretizzare nel presente gli usi e costumi dell’uman* del
futuro. A percorrere tutto il processo creativo è il concetto di “utopia concreta minoritaria”.


Sulle pendici franate dei desideri,
viaggiano disegni armati di sogni.
Colle ruote, sui fanghi, scivolose,
coi piedi, sulle pietre, fumanti.


Oh anziani, anziani cieli senza stelle,
abitanti dello spazio alla fine del tempo,
fieri astri dai corpi freddi e vulnerabili,
vi invoco animato dei vostri fuochi fatui:
tornate a splendermi coi vostri soli dorati,
affinché m’affacci sulle ripide vette auree.
Soffiate il vento sulle vele di questo carro,
affinché s’allacci alla forza delle folli fiere.
Tremate le terre prive di radici e lombrichi,
sbriciolando colle piogge delle vostre nubi
le debolezze delle giovani montagne.


Vi sento, piccoli astri morenti,
aprire il buco nero del riso,
che lega colle sue fossette
i tempi futuri ai passati,
nel gioco ironico degli spazi.


Vi sento, attente al mio soffio,
aspirare i fumi del mio corpo
come anziane ancor fanciulle.
E dunque vi invoco,
di nuovo e per sempre
affinché librate questo legno
in ruscelli infuocati
dai sospiri dei monti.


Ora giunte qui dinanzi a me,
vi chiedo, di nuovo e mai più:
mescolate il magma nelle mie vene
perché si sciolga nella melma delle vostre valli
sfidando le gravità segrete delle nostre vite,
perché il vostro mare s’unisca al mio tuono
e le mie lacrime al vostro lampo.

(Inno alle comete disperse, testo di Summa Alu)